Ringraziamo la nostra Ambasciata di Amman per il seguente articolo che riportiamo qui in italiano (link originale a fondo pagina)
Nell’ambito dell’impegno dell’Italia nel ridurre la minaccia rappresentata dalle mine antipersona e per l’assistenza alle vittime, è nato nel 2014 l’incontro tra le due organizzazioni italiane “ Campagna Italiana Contro le Mine e You Able Onlus” con esperienza nel sostegno alla persone con disabilità. Le due organizzazioni hanno deciso di dare un supporto alla Giordania in materia di assistenza agli amputati incluse vittime di mine provenienti dai paesi limitrofi. In questo contesto, viene individuato un partner locale “Life Line Consultancy and Rehabilitation” un ente senza scopo di lucro Giordano, fondato da Kamel Saadi, il quale all’età di 14 è stato amputato a causa di una mina, che assiste i sopravvissuti alle mine e alle persone con disabilità offrendo sostegno fisco, emotivo ed economico, promuovendo attività educative rispetto ai rischi delle mine, portando avanti attività di advocacy. La missione di LLCR è quello di aiutare le persone con disabilità a raggiungere i loro obiettivi utilizzando le loro abilità nei termini di reinserimento sociale ed economico in Giordania.
Afferma il Direttore Saadi, che l’Associazione opera nel quadro di accordi istituzionali con il Ministero della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale.
Quest’associazione è dedicata a Paola Biocca, scomparsa tragicamente il 12 novembre 1999 nel corso di una missione umanitaria in Kosovo come portavoce del WFP (Word Food Programme).
L’approccio con cui opera l’associazione si basa sulla semplicità, interazione diretta, l’impiego di professionisti con competenze specifiche per rispondere ad esigenze specifiche. I principi guida dell’Associazione sono la natura non profit dell’Associazione: gratuità dell’assistenza a persone in condizione di necessità, il pari accesso ai servizi a prescindere da nazionalità, età, sesso dell’utenza, l’approccio multidisciplinare secondo cui l’opera dell’associazione non si limita alla donazione dell’ausilio e al fitting ortopedico, quanto piuttosto nell’assistere l’utenza a riprendere le attività quotidiane, riconquistare la piena mobilità, offrire assistenza di tipo psico-sociale. Gli altri principi sono il sostegno peer-to-peer alla persona che ha subito un’amputazione e alla sua famiglia, la gestione da parte dello staff locale del progetto e il networking che si riassume nella collaborazione con tutti gli enti giordani e italiani in loco.
“Siccome il progetto è pienamente sostenuto dai partner italiani, abbiamo ricevuto dall’Italia con alta velocità macchine per l’atelier ortopedico e componentistica protesica grazie all’assistenza del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione italiano e l’Ambasciata d’Italia ad Amman” ha affermato Saadi.
Grazie all’ultima spedizione umanitaria arrivata in Giordania lo scorso dicembre , Qutada, un giovane ingegnere civile amputato sopra le due ginocchia a causa di un esplosione di una mina, ha avuto ben due protesi dalla Roadrunner Foot (made in italy). Adesso, Qutada ha iniziato a camminare e a flettere il ginocchio.
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